Notte Nazionale Liceo Classico - a.s. 2019-2020
“…nessuna cosa mi darà letizia, benché straordinaria e vantaggiosa, se la dovrò sapere unicamente per me.
Se la sapienza mi fosse donata con questa clausola, affinché la tenga chiusa e non la diffonda, rinuncerei: non esiste possesso di un bene gradito se non lo si condivide con qualcuno.
(Epistulae ad Lucilium 6, 4)
17 gennaio 2020, ore 18.00 - Il liceo Weil dà inizio alla notte nazionale del liceo classico presso il tnt di Treviglio.
Alle ore 20.00, presso la sede di via Galvani, la festa continua… vespertinae epulae!
Ascoltiamo la voce di chi, questa notte, era con noi:
"Ho vissuto la notte del liceo classico come un’esperienza densa di emozioni provenienti dal passato e, nello stesso tempo, proiettate nel futuro.
La serata ha avuto inizio nel Teatro Nuovo di Treviglio.
Ho ascoltato con interesse le considerazioni dell’ispettore del Miur.
Sono convinta che la cultura acquisita dagli studenti del liceo classico sia ricca non soltanto degli insegnamenti ricavati dai testi scritti da antichi filosofi o tragici - che ancora oggi sono assai vicini ai pensieri ed ai sentimenti dell’uomo moderno - ma ritengo sia densa di competenze scientifiche e tecnologiche: essa perciò si rivela una cultura completa.
Ho scoperto un Teofrasto amante della natura.
Ho apprezzato la scena nella quale il Sole si dimostrava stanco di girare ed incaricava uno spaventatissimo Copernico di fare finalmente chiarezza circa il moto degli astri.
Lo spettacolo è terminato con il ballo di un’eterea danzatrice su una scenografia che rappresentava il cielo illuminato dalle stelle.
Una volta raggiunto il liceo ho vissuto ancora emozioni….
Il buffet mi ha riportato indietro nel tempo con i sapori della cucina romana: il pane, la salsa moretum, i dolci di miele mi ricordano le passeggiate con il mio papà nell’antica Pompei dove c’erano i thermopolia ovvero i bar dell’antichità.
L’esplorazione delle costellazioni nel planetario mi riconduce alle mie appassionate letture sui personaggi mitologici.
L’intrattenimento scherzoso e salace di Giorgio Matta mi ricorda i mimi che studiavo con passione con la nostra professoressa di Greco, l’amatissima signorina Franchi.
Tanti giovani e tante ragazze hanno animato la serata organizzata dalla mia carissima amica , la professoressa Rosato e dai docenti del Simone Weil.
Ricordo – come mamma - che anche mio figlio Stefano ha frequentato questa scuola e saluto i suoi professori.
Il viso di una ragazza con i lineamenti delicati e le labbra scarlatte, però, mi riporta ancora una volta nelle aule e nei corridoi del mio vecchio liceo, ho anch’io le labbra dipinte di rosso, indosso un cappotto simile al suo, ho diciannove anni e sto ascoltando il professor Mariani (l’insegnante di latino) che recita un carme di Catullo: “Ille mihi par esse deo videtur, illle si fas est superare divos qui spectat ed audet te dulce ridentem….”
Vedo ancora la professoressa Franchi che, con la sua voce sommessa, recita il corrispondente carme di Saffo.
La memoria - attraverso questa splendida letteratura - mi riporta ancora magicamente ad emozioni antiche, ma assai vicine ai miei sentimenti di ciascun uomo o donna del presente."
Ultima revisione il 17-09-2024